• Mer. Ott 16th, 2024

IL COMUNE DI MARANO LAGUNARE (UD) ADERISCE ALLA RIVIERA FRIULANA

L’ANNUNCIO DEL SINDACO MARIO CEPILE IN OCCASIONE DEL 5. PREMIO GIORNALISTICO ‘VALERIO GHIN’
SIndacocepilemorandinMarano Lagunare (UD), la città friulana della pesca, di parlata veneta, fa parte dell’Associazione culturale no profit La Riviera Friulana. L’annuncio è stato dato dal sindaco, Mario Cepile, nel corso dell’evento 5. Premio Giornalistico ‘Valerio Ghin’, svoltosi domenica scorsa nella Pescaria Vecia della località lagunare. Evento che è stato organizzato dal sodalizio rivierasco con la collaborazione della Compagnia del bisato di Marano Lagunare. Il Comune friulano ha infatti avviato le pratiche per l’iscrizione al sodalizio. Marano Lagunare è da tempo vicina all’idea rivierasca. Ovvero, come ha ribadito il sindaco Cepile –”Crede nella messa in rete del territorio compreso tra i fiumi Tagliamento e Isonzo quale elemento di crescita delle comunità e delle attività locali”. E, nel contempo, quale elemento di valorizzazione di un’area che è funzionale allo sviluppo turistico, inteso in senso moderno, delle grandi località balneari del Friuli Venezia Giulia. Per tali motivi, Marano ha da tempo sposato la filosofia sostenuta dall’Associazione rivierasca. Lo ha fatto dall’avvio del Premio Giornalistico ‘Valerio Ghin’, che mira a favorire la conoscenza e la promozione di Marano, delle sue specificità, della sua Laguna, della Riviera Friulana. Ovvero, di un territorio integrato e coeso nella proposta e nell’offerta turistica, che faccia riferimento alle bellezze dell’arco costiero adriatico e del suo retroterra.

MARANO LAGUNARE
LA STORIA
Marano Lagunare (UD) ha origini antiche. Si narra che nel 169 a. C., pochi anni dopo la fondazione di Aquileia, che sarebbe divenuta la terza città romana, a 1300 famiglie romane furono affidate le località considerate strategiche per il territorio, e che avrebbero dovuto presidiare. Il territorio che ora è Marano fu affidato alla famiglia Mario. E l’abitato fu chiamato ‘Praedium mariani’. Divenendo poi Marano lagunare per la prossimità alla laguna. Nel 509 d. C. la cittadina ormai fiorente fu sede del Sinodo, dove si riunirono i dieci vescovi dell’area per additare il patriarca di Aquileia, Severo, per scelte non condivise. La località aveva dunque notevole risonanza, che crebbe diversi secoli dopo, con il patriarca Popone, statista, guerriero, legislatore e riformatore del dominio aquileiese. Egli elevò Marano a baluardo di difesa, rivolto al mare. La cittadina fu così fortificata con alti terrapieni, e nelle vicinanze furono costruite saline, e mulini per la lavorazione dei cereali. Vi fece costruire una torre che sarebbe divenuta torre di vedetta, poi prigione. Nei secoli successivi, nonostante si narri che Venezia sia stata fondata da cittadini gradesi e maranesi fuggiti alle invasioni barbariche per rifugiarsi nella sua laguna, in un ambiente molto simile a quello lagunare maranese, la Repubblica Serenissima la conquistò nel 1420, facendone, assieme a  Venzone e a Monfalcone, la terza fortezza veneziana in Friuli, e garantendosi la sicurezza verso il mare.  Finchè Bortolo Da Mortegliano, con uno stratagemma, aprì le porte della fortezza alle truppe austroungariche che se ne impadronirono. Fino all’incursione di tre capitani di ventura che riuscirono a scalzarli vendendo poi la città nuovamente a Venezia per 35.000 ducati. Marano Lagunare reca ancora l’impronta della città dei Dogi. Non solo a livello architettonico, essendo riportata di recente all’antica bellezza delle calli e delle piazzette. Ma anche nelle tradizioni e nella parlata, marcatamente veneziana. Il dominio veneto cessò nel 1700, ma furono le epidemie a minare la comunità locale. Tanto da indurre, alla fine del 1700 il sindaco, Rinaldo Olivotto, ad abbattere le mura perché il ristagno d’acqua tra le abitazioni favoriva il ripetersi di tragiche epidemie.
LA SUA BELLEZZA IN UN HABITAT PRESSOCHE’ INTATTO
Oggi la cultura marinara trasuda dalle calli e dalla comunità locale. Per gran parte dedita alla pesca. Il suo porto, anticamente noto ai romani, ospita infatti la principale flotta peschereccia dell’Alto Adriatico. E i prodotti della pesca sono proposti nella moderna pescheria. Nelle terre di laguna bonificate nel secolo scorso, assieme a una parte della cittadina, è stata realizzata anche una struttura per il diporto nautico. L’attrattiva principale è però forse rappresentata ancora dall’ambiente naturale, dalle aree vallive, dall’Oasi faunistica delle foci del fiume Stella, che rappresentano un unicum tutelato dalla Comunità europea. Collegata nella bella stagione alla grande spiaggia di Lignano con moderne motonavi, offre la tradizione di una cucina di mare semplice, perché il pesce
freschissimo, che non vi manca, come ricordano i maranesi non ha bisogno di intingoli e condimenti, ma è sufficiente il suo sapore. Il piatto tipico della città è il ‘bisato in speo’, l’anguilla allo spiedo cotta al calore della brace con soltanto l’aiuto dell’alloro e del sale grosso. Veniva preparato nei casoni di pesca in laguna, un suggestivo villaggio è tuttora visitabile su richiesta, e dai capofamiglia nelle calli, nelle giornate della festa, tanto che il fumo acre delle braci aromatizzava l’aria autunnale.