Il Tagliamento è l’unico fiume di carattere torrentizio del Mediterraneo. Nasce dal Passo della Mauria, in provincia di Belluno, e con un percorso sinuoso e incostante a canali intrecciati, unico in Europa, raggiunge dopo 170 km la foce a estuario con lo sbocco nell’Adriatico tra Lignano e Bibione, a cavallo tra la Riviera friulana e il Veneto orientale. Un tempo, terminava la sua corsa in mare in due foci distinte, quasi a formare un estuario, ripartite tra la Laguna di Marano e la foce attuale. Il suo ambiente, i microclimi, gli habitat che si mantengono lungo il suo corso, i biotopi, sono conservati intatti dai tempi più remoti. Né l’uomo ha potuto e voluto modificarne l’aspetto e il corso, nei secoli. Definito il Re dei fiumi, prende il nome dal tiglio. Probabilmente il suo corso era contornato dai tigli. In queste settimane, è stato avviato l’iter per il riconoscimento del fiume tra i beni tutelati come patrimonio della umanità da parte dell’UNESCO. La Regione sostiene questo percorso e ha già avviato la parte burocratica per il riconoscimento del fiume quale Riserva della biosfera. Possono essere Riserve della biosfera le aree di ecosistemi terrestri, costieri e marini, nelle quali un’appropriata gestione del territorio consente di coniugare la conservazione dell’ecosistema e della sua biodiversità con l’utilizzo sostenibile delle risorse naturali, a beneficio delle comunità locali. Un progetto, sostenuto dal WWF, che prevede il coinvolgimento delle comunità locali. Nel contempo, è allo studio la richiesta di riconoscimento del fiume tra i beni dell’umanità sotto il profilo culturale. Un percorso, sempre a cura dell’UNESCO. Siamo così andati a esplorarne un tratto dall’alto, tra Amaro e Venzone fino alla stretta di Gemona. Un volo in elicottero, grazie a Helica, con il quale abbiamo anche sfiorato la superficie del fiume per salutare alcuni appassionati canoisti impegnati in un percorso di rafting nel tratto osovano del fiume. Per concludere la nostra esperienza sul cielo dell’aviosuperficie Avro, di Rivoli di Osoppo, della Fondazione Lualdi.
Esploriamo in elicottero il corso centrale del fiume, all’altezza della stretta di Gemona